Ancora d’Autore. E ancora la rivista. Oggetto di confronto e scontro. Il contendere attento e appassionato sull’(in)utilità del nostro lavoro. Sul circolare controllato di parole e immagini, sul valore di una foto, sulla necessità di far chiarezza, di sgomberare il campo. Per tornare a occuparlo con un ingombro di sollecitazioni e idee, più codificate in ambiti di riflessione critica. Una collisione di paradossi che cerca una sua normalizzazione. Un tracciato meno irto di inganni (tanto per attenerci al quesito di questo numero), e più propenso a far luce. L’opzione estetica risolve le sue ambiguità e “si spiega”. Speriamo non fino in fondo, ci auguriamo non del tutto. Come quei film che continuiamo ad amare proprio perché in qualche modo non si rivelano a noi completamente. Che nascondono dietro la complessità più o meno realizzata della trama, dietro l’apparente chiarezza del “messaggio”, dietro la messa in scena consapevole e autorevole del regista, una vertigine emotiva e intellettuale che non riusciamo completamente a decifrare, ma che in qualche maniera ci inabissa.Suggestioni che evocano altre suggestioni, immagini che rincorrono altre immagini, il cinema che parla al cinema. Qual è il destino all’orizzonte: il vicolo cieco dell’autoreferenzialità o il sublime crogiolarsi delle idee? Scrivere di cinema consiste banalmente nello scegliere ciò che sarà messo sotto i riflettori e ciò che verrà invece accantonato, ciò che sarà assimilato e ciò che resterà inespresso. La sintesi che ne risulta è come sempre il resoconto parziale di una conoscenza in divenire.
A questo stiamo lavorando.
Angelo Ceglie
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Angelo Ceglie, Gianni Canova, Alberto Pezzotta,
Massimo Causo, Michele Sardone, Luigi Abiusi, Francesco Monteleone,
Vito Attolini, Francesca Romana Recchia Luciani, Antonella Marino, Nicola Lagioia