Per questo IX numero la rivista D’Autore lancia
la domanda “Il critico deve vedere tutto?” suggerita
da un tweet di Alberto Pezzotta dopo il convegno Critica 2.0 organizzato dall’Università di Bologna.
La magmatica circolazione di qualsiasi prodotto audiovisivo in rete pone l’urgenza di questa domanda e la rivolge anche a chi, ancora, fa critica militante su quel campo minato che è ormai diventata la sala cinematografica.
Alla domanda se il critico deve vedere tutto, Franco Montini risponde ribadendo che il luogo migliore per consumare cinema è la sala cinematografica e che vedere tutti i 453 film distribuiti in Italia nelle sale nel 2013 sarebbe un’impresa non impossibile ma comunque parziale e sbagliata. Il dovere del critico cinematografico nei confronti del pubblico – continua – è quello di dare visibilità a film che spesso restano invisibili. Una vocazione questa che salda il legame tra critica e cinema d’autore. E con un autore di un cinema per molto tempo invisibile agli occhi dell’Occidente, Danis Tanovic, conversa ne Il vizio del cinema, Massimo Causo. Per Prospettiva Mediateca, Vincenzo Susca analizza, a partire dal crollo di un pensiero critico paradigmatico, la possibilità di lasciarsi pensare dall’occhio del mondo e cedere all’appetito del cinema per diventare la sua stessa carne. E, infine, in Videoalterazioni, è il critico di arti visive Pietro Marino che parla di una critica consapevole che, innanzitutto, si assuma la responsabilità del saper vedere.
Vito Attolini, Vanna Carlucci, Massimo Causo,
Gabriella Genisi, Carlo Gentile, Davide Di Giorgio,
Pietro Marino, Francesco Monteleone, Franco Montini,
Alberto Pezzotta, Francesca R. Recchia Luciani, Giulio Sangiorgio,
Vincenzo Valentino Susca, Danis Tanovic, Giancarlo Visitilli, Dario Zonta