Il film racconta l’ultimo giorno di vita di Pasolini, mentre stava cercando di recuperare delle bobine rubate di Salò, un viaggio che si è concluso con la sua morte. Il film sfrutta l’occasione per mostrare le sequenze perdute. Nel film viene inoltre trattato l’ultimo progetto del regista italiano, un film su San Paolo ambientato a Detroit.
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Ferrara non "fa" Pasolini, lo moltiplica nei frammenti dei testi, nella sua narrazione non lineare, stridente, in cui l'immagine non asseconda una storia ma ne contiene infinite. Il suo Pasolini (...) va con consapevolezza verso l'apocalisse, assume i rischi di arte e vita che sono quelli dell'intellettuale, dell'artista rispetto al conformismo del proprio tempo. E in questo corpo a corpo personalissimo Ferrara ci restituisce l'essenza di Pasolini, la sostanza destabilizzante di un pensiero che non cessa di interrogare il gesto artistico.
Tratto da Il Manifesto