Durante un viaggio nell’Oceano Indiano, un uomo si trova da solo in balia del mare e degli elementi, dopo che il suo yacht ha subito una collisione con un container abbandonato. Con l’equipaggiamento di navigazione e la radio fuori uso, l’uomo per sopravvivere deve far affidamento solo su un sestante, delle mappe nautiche, e il suo intuito.
Un film-sfida che torna su temi affrontati sin troppe volte dal cinema americano degli ultimi anni, a partire da quello dell'uomo che lotta per la sopravvivenza in un ambiente a lui ostile. Un esempio su tutti, il recente "Gravity" (...) se il film di Cuaron puntava tutto su una messa in scena dalla portata formalmente "rivoluzionaria" (...) Chandor, anche sceneggiatore, opta invece per una narrazione volutamente scarna e minimalista, in cui lo spettatore non sa nulla sul protagonista (...) un minimalismo della sceneggiatura che esalta l'identificazione con il protagonista. (...) Di lodevole sobrietà e vibrante commozione anche le musiche (mai invadenti) di Alex Ebert, leader degli Edward Sharpe and The Magnetic Zeros.
Tratto da ondacinema.it