Lu Yanshi (Chen Daoming) e Feng Wanyu (Gong Li) sono una coppia unita, costretta a separarsi quando lui viene arrestato e mandato in un campo di lavoro come prigioniero politico. Rilasciato nel corso degli ultimi giorni della Rivoluzione Culturale, Lu riesce finalmente a tornare a casa ma lì scopre che la moglie che tanto ama è affetta da amnesia e ricorda poco del suo passato. Incapace di riconoscerlo, Feng continua ad attenderne pazientemente il ritorno del marito. Estraneo in seno ad una famiglia distrutta, Lu Yanshi è però deciso a far rivivere il loro passato e a risvegliare i ricordi della moglie…
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Il regista lavora sull’ assottigliarsi della distanza ottenendo una resa filmica centrata sulle tensioni tra tentati ricordi di carta e amnesia. È meticoloso nel raccogliere nei singoli quadri tanti elementi. Non solo il più stridente della danza a teatro, ma gli stessi interni della casa di Feng, dove spesso le porte serrate da lei sono metafora di un ostacolo mnemonico insormontabile. Nonché gli esterni affollati degli arrivi alla stazione, luogo struggente e patetico dove lei cerca ciclicamente il marito. Chen Daoming fa intimamente sua la corrispondenza di Lu in una sorta di puzzle della speranza che inizia dal primo messaggio sotto la porta scritto su un pezzo di dazibao (i manifesti di regime). Denso e popolato di chiaroscuri emotivi, il film di Yimou è un cammino a tre velocità che ne percorre con stile le drammatiche vicissitudini familiari sullo sfondo di una dittatura agli albori.
Tratto da ilfattoquotidiano.it