Nell’estate del 1984 Margaret Thatcher è al potere e l’Unione nazionale dei minatori (NUM) è in sciopero. Al Gay Pride di Londra, un gruppo di attivisti gay e lesbiche decide di raccogliere fondi per sostenere le famiglie dei minatori in sciopero. Ma c’è un problema. L’Unione sembra imbarazzata a ricevere il loro sostegno. Ma gli attivisti non si scoraggiano. Decidono di ignorare l’Unione e andare direttamente dai minatori. Identificano un villaggio di minatori nel più profondo Galles e partono con un mini bus per fare la donazione personalmente. E così comincia la straordinaria storia di due comunità apparentemente aliene che formano una partnership sorprendente e infine trionfante.
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Pride ha la forza lisergica di Absolute Bigenners di Julian Temple, datato '86, a ridosso dello sciopero, e l'onda lunga della Swinging London invade lo schermo dietro la frenesia del gruppo di attivisti che decidono di appoggiare la lotta dei minatori (...). Matthew Warchus (...) scarta l'estetica queer e mette in campo “assoluti dilettanti” del gender (...). Niente di nostalgico, il film ha il ritmo liberatorio di un Grease del presente, e la commozione di vedere che in un mondo “orfano di rivoluzioni” tutto può succedere.
Tratto da pagina99.it