Il film racconta di una giovane donna giapponese che ha quattro giorni per dire addio al figlio di sei anni, di cui ha perso la custodia, a bordo dello yacht della facoltosa famiglia occidentale dell’ex-marito. Sola con l’equipaggio, che ha il mandato di sorvegliarla a vista, la donna affronta la sfida di ritrovare un legame col bambino prima di doversene separare per molti anni.
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L’esordio del regista Leonardo Guerra Seràgnoli(...) possiede un respiro internazionale ben lontano dagli orizzonti, spesso ristretti in ogni senso, del cinema patrio. Campi lunghi, equilibrio compositivo accuratissimo se non simbolico dell’inquadratura, prolungati silenzi: qualcosa ci richiama al cinema d’autore orientale, a Takeshi Kitano, a Kiyoshi Kurosawa, per certi versi persino a Kim Ki-Duk depurato però di ogni violenza estetizzante. (...) La (ri)costruzione delicatissima del rapporto madre-figlio è un piccolo capolavoro di messa in scena e di scavo nelle relazioni umane. Notevolissimo esordio per un regista da tenere d’occhio.
Tratto da cinematografo.it