“Trovo nella fiction quello che non vedo più al cinema.
I bei film di questo momento per me sono dentro la serie”
e se l’affermazione è di Bernardo Bertolucci citato da Vito
Attolini per la rubrica Incompreso, il Circuito D’Autore
non poteva non dedicare un numero della rivista a questo
fenomeno che in ogni angolo del globo impazza con milioni
di spettatori.
E a conferma di questo, una delle rivelazioni del festival
di Venezia è stata proprio la serie Olive Kitteridge
interpretata e prodotta da Frances McDormand e diretta
da Lisa Cholodenko.
Dunque “La televisione produce cinema seriale?”
La risposta al quesito non può essere una sola ma declinata
almeno in cinque risposte possibili come scrive
Enrico Terrone invitato a rispondere.
E questa vocazione alla serialità è intrinseca,
ontologicamente nel cinema secondo l’analisi di Claudia
Attimonelli, nell’intervento per Prospettiva Mediateca.
E da una serie cult considerata ormai storica come
Sex and the City parte l’articolo di Francesca R. Recchia
Luciani per Prospettiva Centro Studi, secondo cui l’impatto
sul reale della serie è stato tale da influenzare costumi
e codici comunicativi e plasmare la vita reale.
In Nuovi Autori, Alberto Pezzotta analizza l’opera
di un regista visionario: Bertrand Mandico.
Invece da un accostamento tra una delle serie recentemente
più acclamate True detective e l’opera d’arte che nella sua
pratica contemporanea tende all’arcaico si struttura il pezzo
di Christian Caliandro nella rubrica Videoalterazioni.
E in tutta questa serialità il cinema dov’è finito?
Lo trovate come sempre nel racconto di uno scrittore
in Perversioni private, per questo numero a firma
di Marcello Introna.
Luigi Abiusi, Claudia Attimonelli,
Vito Attolini, Christian Caliandro, Ivan Cotroneo,
Davide Di Giorgio, Marcello Introna,
Francesco Monteleone, Franco Montini,
Alberto Pezzotta, Francesca R. Recchia Luciani,
Giulio Sangiorgio, Enrico Terrone, Daniela Tonti,
Giancarlo Visitilli.