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german loc
Note
Curmayeur Noir in Festival 2013-premio speciale delle giuria, selezione uff. Festival di Cannes 2013

Scheda e sinossi

The german doctor di Lucia Puenzo
Drammatico, Storico — 93' (Argentina, Spagna, Francia, Norvegia, 2013)
Con Natalia Oreiro - Àlex Brendemühl - Diego Peretti - Florencia Bado - Guillermo Pfening

Il terzo lungometraggio della Puenzo racconta un capitolo della storia di Josef Mengele, uno dei più efferati criminali nazisti. Il film inizia con l’incontro casuale tra Mengele, l’attore Alex Brendemühl e una famiglia argentina. L’incontro risveglia nel medico e membro delle SS l’ossessione per la purezza e la perfezione. La sua attenzione si focalizza in particolare su una delle figlie, Lilith, una ragazzina di 12 anni molto minuta per la sua età e sulla madre di lei incinta di due gemelli. Il tempo trascorso con questa famiglia gli permetterà di proseguire i suoi studi e la sperimentazione, effettuata su centinaia di migliaia di detenuti ebrei e zingari, considerati subumani, e in particolare sui gemelli e su persone affette da nanismo.

trovacinema.repubblica.it

Trailer

The german doctor è stato proiettato nelle seguenti sale: Cinema Norba, Multisala Roma, Nuovo Splendor.

Critica

R. Nepoti

Diversamente dalla maggior parte dei film storici, "The German Doctor" ha più strati di lettura. La regista(...) continua la riflessione già portata avanti come scrittrice (il racconto da cui ha origine il film è suo) e cineasta sul costituirsi dell’identità sessuale e sociale di un individuo(...)ma lo fa proiettando una storia privata sullo sfondo della Storia con la maiuscola. (...)il film di Lucía offre anche una straordinaria allegoria, quella delle bambole. Fabbricate in serie per l’interessamento di Mengele, con occhi movibili, capelli veri e con tanto di cuore meccanico pulsante, le bambole rappresentano simbolicamente la razza pura(...) vagheggiata dal medico(...). Un folle sogno al cui capolinea non c’era altro, in fin dei conti, che la “banalità del male”.

Tratto da repubblica.it

«In alcuni punti il film prende le distanze dalla scrittura:"Nel mio romanzo il punto di vista è quello di Mengele, che vede il mondo come uno zoo, suo laboratorio personale. Nel film invece ho preferito seguire Lilith. E' attraverso i suoi occhi che scopriamo via via la terribile verità su quell'uomo così affidabile"»
da intervista a L. Puenzo di G. Manin
Corriere della Sera

Pubblico

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