Il terzo lungometraggio della Puenzo racconta un capitolo della storia di Josef Mengele, uno dei più efferati criminali nazisti. Il film inizia con l’incontro casuale tra Mengele, l’attore Alex Brendemühl e una famiglia argentina. L’incontro risveglia nel medico e membro delle SS l’ossessione per la purezza e la perfezione. La sua attenzione si focalizza in particolare su una delle figlie, Lilith, una ragazzina di 12 anni molto minuta per la sua età e sulla madre di lei incinta di due gemelli. Il tempo trascorso con questa famiglia gli permetterà di proseguire i suoi studi e la sperimentazione, effettuata su centinaia di migliaia di detenuti ebrei e zingari, considerati subumani, e in particolare sui gemelli e su persone affette da nanismo.
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Diversamente dalla maggior parte dei film storici, "The German Doctor" ha più strati di lettura. La regista(...) continua la riflessione già portata avanti come scrittrice (il racconto da cui ha origine il film è suo) e cineasta sul costituirsi dell’identità sessuale e sociale di un individuo(...)ma lo fa proiettando una storia privata sullo sfondo della Storia con la maiuscola. (...)il film di Lucía offre anche una straordinaria allegoria, quella delle bambole. Fabbricate in serie per l’interessamento di Mengele, con occhi movibili, capelli veri e con tanto di cuore meccanico pulsante, le bambole rappresentano simbolicamente la razza pura(...) vagheggiata dal medico(...). Un folle sogno al cui capolinea non c’era altro, in fin dei conti, che la “banalità del male”.
Tratto da repubblica.it