Tutto inizia nel 2014, quando 78 Paesi decidono di combattere il riscaldamento globale spargendo un refrigerante artificiale, che ha l’effetto di rendere il mondo un deserto di neve e ghiaccio. Dentro il treno ci sono i prigionieri senza diritti e parola, e poi, mano a mano, verso la testa, tutto il benessere possibile. Serre, riserve d’acque, piscine, locali, scuole, il parrucchiere, droghe e locali di ogni tipo. Scoppia così una guerra. Tocca questa volta a Curtis (Evans) insieme al saggio Gilliam (Hurt), essere a capo di questa rivolta per arrivare a controllare la locomotiva dove è il creatore di questo immenso giocattolo-mondo Wilford (Ed Harris), venerato come una semidivinità.
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Il film conquista, ci porta via,(...)sul treno (feticcio ferroso del primo liberismo industriale). Bong Joon-Ho carica il suo “giocattolone” steampunk di rimandi intertestuali, tra allusioni bibliche, reminiscenze mitiche, ed enciclopedia varia. Ne viene fuori uno dei film di fantascienza più ambiziosi degli ultimi anni, un predestinato al cult, in cui ingranaggi filosofici e bulloni narrativi s’incastrano alla perfezione, offrendoci un intrigante e spassosa carrozza-mondo, con vista apocalisse, moto dialettico e ruote piantate sui binari dello spettacolo.
Tratto da cinematografo.it