A 35 anni dalla sua morte, Race – il colore della vittoria racconta la storia di Jesse Owens, l’atleta vincitore di quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936 attraverso la voce di sua figlia Marlene, promettendo di smentire alcune falsità sulla vita del campione come, ad esempio, di quando il Führer non volle stringergli la mano. Ambientato tra Berlino e Montreal, Race rivela al mondo la versione del suo protagonista, non ascoltato in vita, su come a evitarlo non fu il cancelliere tedesco quanto l’allora presidente americano Franklin Delano Roosevelt, che non lo ricevette mai alla Casa Bianca, timoroso della reazione che avrebbero avuto gli Stati del Sud in piena campagna elettorale. Nato e cresciuto nell’America della grande depressione, permeata dal razzismo e dall’immobilismo sociale, Owens divenne leggenda nel 1936, quando, nello stadio Olimpico di Berlino vinse i 100 metri, il 3 agosto, il salto in lungo, il giorno dopo, ancora il 5 i 200 metri e, il 9 agosto, la staffetta 4×100. Quattro medaglie d’oro che azzerarono la fama del beniamino di Adolf Hitler, l’atleta tedesco Luz Long, e che sconvolsero l’opinione pubblica, annebbiata dal mito della supremazia della razza ariana.