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Piccola patria

di Alessandro Rossetto

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Note
Venezia 2013 - sez. Orizzonti, in concorso

Scheda e sinossi

Piccola patria di Alessandro Rossetto
Drammatico — 100' (Italia, 2013)
Con Maria Roveran, Vladimir Doda, Mirko Artuso, Diego Ribon, Lucia Mascino, Roberta Da Soller

Due ragazze, un’estate calda e soffocante, il desiderio di andare via da un piccolo paese di provincia. Luisa è piena di vita, disinibita, trasgressiva; Renata è oscura, arrabbiata, bisognosa d’amore. Le vite delle due giovani raccontano la storia di un ricatto, di un amore tradito, di una violenza subita: Luisa usa Bilal, il suo fidanzato albanese, Renata usa il corpo di Luisa per muovere i fili della propria vendetta. Entrambe vogliono lasciare la piccola comunità che le ha cresciute, tra feste di paese e raduni indipendentisti, famiglie sfinite e nuove generazioni di migranti presi di mira da chi si sente sempre minacciato.

trovacinema.repubblica.it

Trailer

Piccola patria è stato proiettato nelle seguenti sale: Nuovo Splendor, Metropolis Multisala.

Critica

M. Porro

Uno dei migliori film italiani della stagione. Sullo sfondo di un Veneto che puzza di schei ed altro(...). Ritratto del Nordest pieno di quelle macchie morali che non vanno via, opera del documentarista Alessandro Rossetto che dà un contributo fondamentale alla storia dell’Italia di oggi, dipingendo come il nostro Hopper. Da vedere

Tratto da cinema-tv.corriere.it

«Dove il reale e la finzione si mescolano, dove l'apertura al mondo e l'iperattività di Luisa (l'attrice e cantante Maria Roveran, anche autrice e interprete di due brani della colonna sonora del film) si scontrano con la rassegnazione e l'inerzia degli adulti (non a caso il padre della ragazza sembra immobile anche quando cammina), creando un conflitto che non è più, non solo, quello tra autoctoni e stranieri, ma tra più mondi.»
V. Sammarco
cinematografo.it
«(...)affresco di una provincia veneta profonda in bilico fra orrori e contraddizioni (…) Di esperienza documentarista, Rossetto esordisce nella fiction intrecciando frammenti di storie in una chiave fenomenologica/antropologico a lui congeniale:(...)a prevalere è lo sguardo forte, incisivo di un cineasta che sa il fatto suo.»
A. Levatesi Kezich
La Stampa

Pubblico

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