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arte

L’arte della felicità

di Alessandro Rak

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loc arte
Note
Raindance Film Festival - premio Migliore opera prima, Venezia 2013 - Premio Arca Cinema Giovani e Premio Fedic (menzione speciale)

Scheda e sinossi

L’arte della felicità di Alessandro Rak
Animazione — 84' (Italia, 2013)

Due fratelli. Due continenti. Due vite. Una sola anima. Sotto un cielo plumbeo, tra i presagi apocalittici di una Napoli all’apice del suo degrado, Sergio, un tassista, riceve una notizia che lo sconvolge. Niente potrà più essere come prima. Ora Sergio si guarda allo specchio e quello che vede è un uomo di quarant’anni, che ha voltato le spalle alla musica e si è perso nel limbo della sua città. Mentre fuori imperversa la tempesta, il suo taxi comincia ad affollarsi di ricordi, di speranze, di rimpianti, di presenze. Prima o poi la pioggia smetterà di cadere ed il cielo si aprirà. E da lì verrà la fine. O tornerà la musica.La scoperta di un’arte che si tramanda da padre a figlia, da maestro ad allievo e che può essere acquisita e coltivata soltanto da chi non teme di tenere gli occhi aperti.

Film d’animazione made in Napoli (e presentato a Venezia 2013) che affronta temi importanti come i ricordi, il passato, il rapporto tra fratelli. Non siamo di fronte ad un film d’animazione per famiglie (come quelli Disney Pixar, per intenderci) ma si tratta di un vero e proprio dramma realizzato però con la tecnica dell’animazione.

trovacinema.repubblica.it

Trailer

L’arte della felicità è stato proiettato nelle seguenti sale: Casa delle Arti, Metropolis Multisala.

Critica

F. Del Dongo

(...) una bella sfida perché l’argomento e il segno grafico la collocano in quella fascia di animazione per adulti virtualmente rischiosa. Invece è proprio questo il merito maggiore dell’autore, l’aver concepito libero da condizionamenti un’opera lontana dagli schemi usuali. Rigorosa, amara, ma con un tocco di speranza che alla fine illumina i personaggi e lo sfondo che li avvolge. (...)

Tratto da cinema.mtv.it

«E in una nazione come la nostra, in cui non esiste una vera e propria scuola dell’animazione e tanto i produttori quanto gli autori accettano il complessivo livellamento verso il basso cancellando la voglia di sperimentare con la creatività per correre meno rischi possibili, ecco che l’arrivo di un nuovo Icaro va sempre salutato con un applauso. E con le braccia tese, in caso il sole facesse lo stronzo anche questa volta.»

Pubblico

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