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nostra terra loc

Scheda e sinossi

La nostra terra di G. Manfredonia
Drammatico — 100' (Italia, 2014)
Con Stefano Accorsi - Sergio Rubini - Maria Rosaria Russo - Iaia Forte - Nicola Rignanese

Una storia ispirata alle esperienze delle cooperative nate sulle terre confiscate alle mafie in molte zone d’Italia. Nicola Sansone è proprietario di un podere nel Sud Italia che viene confiscato dalla Stato e assegnato a una cooperativa, che però non riesce – per celati o dichiarati boicottaggi – ad avviare l’attività. Per questa viene mandato in loro aiuto Filippo (Stefano Accorsi), un uomo che da anni fa l’antimafia lavorando in un ufficio del Nord, e quindi impreparato ad affrontare la questione “sul campo”. Numerosi sono gli ostacoli che Filippo incontra, e spesso deve resistere all’impulso di mollare tutto: lo trattengono il senso di sfida e le strane dinamiche di questa cooperativa di insolite persone cui inizia ad affezionarsi, in particolar modo Cosimo (Sergio Rubini) l’ex fattore del boss e Rossana, la bella e determinata ragazza che forse ha un passato da riscattare. In un ribaltamento di ruoli, tra sabotaggi e colpi di scena, non appena le cose iniziano ad andare quasi bene, al boss Nicola Sansone vengono concessi i domiciliari. Riuscirà l’antimafia a trionfare?

trovacinema.repubblica.it

Trailer

La nostra terra è stato proiettato nelle seguenti sale: Multisala Roma, Multisala Alfieri, Metropolis Multisala, Supercinema Cicolella.

Critica

S. Santoni

(...)una delle qualità migliori del nuovo film di Giulio Manfredonia: rendere ammaliante e capace di appeal la legalità. (...) Nel suo roseo mirare Manfredonia comunque non perde troppo di vista la sporca realtà dei fatti, sfornando una seconda parte che si macchia di sospetti e paure.

Tratto da panorama.it

«A rendere La nostra terra un buon film non è il suo testo d’impegno civile e sociale, ma la consueta e rinnovata forza con cui le tematiche vengono presentate. Il suo non è un piglio da giullare(...): lo scopo ultimo è infuso nei personaggi, nelle loro idiosincrasie(...), in cui il preoccupante non ha bisogno di essere esasperato(...). Il ricatto ed il buonismo sono praticamente assenti: un ottimismo da “il peggio è passato” veglia su ogni cosa e Manfredonia si rivela un regista dalle capacità classiche e al contempo fresche ormai rare. »
A. Tavola
farefilm.it

Pubblico

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