Gentleman si reca in Giamaica a trovare Alborosie per incidere assieme il brano Journey to Jah e trascorrere un po’ di tempo a Kingston, dove Alborosie si è ormai trasferito stabilmente.
Due percorsi paralleli che finiscono per incrociarsi, due esperienze di vita e di spiritualità diverse ma simili. Il documentario di Noël Dernesch e Moritz Springer gioca sulle affinità e le divergenze tra le vite di due musicisti, Gentleman – tedesco, figlio di un pastore protestante, scappato da scuola a 14 anni – e Alborosie – italiano, fuggito da un contesto sociale in cui la mafia dettava legge -, entrambi folgorati sulla via salvifica di Jah e del misticismo Rastafari. Figli indesiderati o incompresi delle rispettive terre di origine, che in Giamaica hanno trovato il senso della propria esistenza, in un mix inestricabile di fede, filosofia e musica, perché attraverso la musica il popolo giamaicano veicola gioie e dolori, istanze di ribellione e bisogno di esprimersi. Ciò che rende il lavoro di Dernesch e Springer originale e per molti versi sorprendente, è il fatto di non ridursi a semplice documentario musicale né alla visione della Giamaica secondo i due protagonisti.
Il punto di vista è quello occidentale, ma di occidentali incuriositi e desiderosi di saperne di più; senza soffermarsi sui cliché, ma guardando alla Giamaica per come questa realmente è, nelle sue molteplici contraddizioni. L’impegno socio-politico si mescola con il delirio dei sensi del dancehall, la pericolosità di strade violente con i testi omofobi di Buju Banton. Dimostrando seccamente e senza mezzi termini come lo stereotipo Marley-cannabis-reggae racconti solo una minuscola sfaccettatura di un universo affascinante e spesso inquietante.
E riuscendo a spiazzare con la scelta di dedicare spazi e tempi inconsueti – specie in un formato simile – alla riflessione estatica, momenti in cui il silenzio e la contemplazione di luoghi lontani dalla frenesia metropolitana assumono il ruolo di protagonisti, finendo quasi per prevalere sul lato più musicale e spettacolare della Giamaica. Un lavoro pregevole, che racconta di reggae, dub, dancehall e della loro evoluzione, ma riesce ad andare molto oltre.
Costruito nel 1948 come Cinema Teatro Italia, è stato il primo cinema di Polignano a Mare e la prima arena della provincia di Bari, quest’ultima rimasta inattiva una decina di anni a cavallo tra gli 70 e 80. Ristrutturata nel 2009, la Sala partecipa all’iniziativa Sale D’essai, al progetto Schermi di Qualità, a Euro Kids Network ed al Media Salles – Cinema d’Europa. La struttura dispone di tre sale, di un impianto di proiezione digitale 3D di ultima generazione e di un’arena per il cinema all’aperto.
Intero €6.00
Ridotto €4.50
Universitari con ticket €2.00 (esclusi festivi e anteprime)
Over 65, Agiscard e Tessera Feltrinelli €4.50 (esclusi festivi e anteprime)