D'Autore

All’interno dell’iniziativa “Il cinema italiano per Campana” il Nuovo Splendor di Bari propone “Il più lungo giorno” di Roberto Riviello con Gianni Cavina, Enrica Maria Modugno, Renzo Rinaldi, Luca Biagini.

Verso il 1930 nel manicomio fiorentino di Castel Pulci dov’è rinchiuso dal 1918, il poeta Dino Campana racconta allo psichiatra Carlo Pariani episodi della sua vita, dall’infanzia all’adolescenza, in altalena tra lucidità e delirio. Il titolo del 1 film di R. Riviello (Potenza, 1954) – prodotto da A. Avati e scritto dal regista con Nino Marino – è quello della raccolta di poesie e prose poetiche che nel 1913 Campana (1885-1932) presentò ad Ardengo Soffici e Giovanni Papini che lo smarrirono. Ritrovato tra le carte di Soffici, fu pubblicato nel 1973. Non si racconta la storia del manoscritto perduto (riscritto a memoria dall’autore e pubblicato come Canti orfici), ma lo si indica come promessa della storia di un’identità perduta, di uno scacco e di una demenza precoce (così fu motivato ufficialmente il suo internamento) di cui il film rintraccia le origini nella devianza psichica dello zio paterno Mario, nel perbenismo repressivo della famiglia borghese, nell’incomprensione ostile della gente del borgo di Marradi (FI) che lo trattava come il matto del villaggio. Diligente film biografico, illustrativo con eleganza, di polita scansione televisiva che espone il mistero, la leggenda, la miseria, il dolore, il nonsenso di una vita. Su D. Campana vedere Inganni (1985) di L. Faccini.

E’ un’iniziativa in collaborazione con Università degli Studi Aldo Moro, CUTAMC – Dip. di Lettere, Lingue, Arte, Italianistica e Culture Comparatenell’ambito delle inziative