Sullo sfondo di una Parigi dalle atmosfere e dai colori autentici, lontana dagli stereotipi cinematografici, il film racconta la vita del Signor Morgan, ancorata al ricordo della moglie defunta e cadenzata dalla solitudine, fino all’incontro, del tutto casuale e inaspettato, con Pauline (Clémence Poésy). Conquistato dalla vitalità disarmante e dal tenace ottimismo della giovane donna, il professore di filosofia in pensione ritroverà la gioia di vivere, il conforto della compagnia, il gusto del romanticismo. Grazie a Pauline, Matthew Morgan si riavvicinerà anche ai figli ma i tentativi di quest’ultimi di riportarlo in patria scateneranno conseguenze impreviste nella vita di tutti quanti.
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Vivere è un po’ morire. Vivere è un po’ amare. Ovvero, amare è un po’ morire. Ce lo serve su schermo Mister Morgan (Mr. Morgan’s Last Love), coproduzione maggioritaria belgo-tedesca diretta dalla teutonica Sandra Nettelbeck. Cinema medio, temi sensibili (fine vita), pubblico d’elezione gli anta e over, eppure le geometrie produttive e il mood poetico lo portano su e, ovvio, al di fuori dei nostri confini: un film così non lo sappiamo fare in Italia, e un po’ duole. Non bastasse, il definitivo cambio di passo è davanti alla macchina da presa, due attori di cui innamorarsi è ineluttabile: Sir Michael Caine e la francesina Clémence Poésy(...)
Tratto da ilfattoquotidiano.it