Un musulmano ceceno emigra clandestinamente ad Amburgo, dove viene coinvolto nella guerra internazionale al terrorismo. Il film è una rilettura dell’omonimo romanzo psicologico di John Le Carré.
È molto banale da dire ma è anche un film in cui Philip Seymour-Hoffman troneggia e in cui può dare sfogo alla parte migliore della sua arte recitativa(...). Se c’è un sentimento che racconta l’intero film è la frustrazione e si legge tutta nella faccia non sbarbata di Hoffman lungo ogni scena.(...)
Tratto da wired.it